Arte nelle immagini
verdefronda
Per ottenere il magico filtro della felicità
aggiungete una goccia di entusiasmo
in 20 grammi di nostalgia.
finestra murata – olio su tela 40×50 di verdefronda
La finestra che non c’è
Quando ci si sente soli
e si sente il desiderio
di cercare relazioni,
è sufficiente affacciarsi
alla finestra che non c’è
e guardare sulla strada
coperta fa fitti alberi
dove non passa nessuno
…
la visione ed il silenzio
sazieranno il desiderio.
verdefronda
Immerso nella natura
ne ascolto i dolci suoni,
sento l’allegro cinguettare
proveniente da un ramo
subito dopo la risposta
dal ramo accanto.
Vedo un azzurro ramarro
che si riscalda al sole,
gli parlo con morbida voce
non scappa ed ascolta,
mi guarda con vispi occhietti.
Abbraccio un grosso tronco
e gli dico quanto son belli
i suoi verdi lunghi rami
protesi verso il cielo,
lui risponde ondeggiando le chiome
al fresco alito del vento.
Saluto con un “ciao”
una distante parete rocciosa,
lei, in eco, risponde al saluto.
Contento di riuscire a comunicare
con ogni elemento della natura
rientro in casa per raccontare
la mia gioia a chi mi sta vicino.
Parlo e sento di non essere ascoltato,
taccio e non odo alcuna voce,
forse non so più parlare
… con gli esseri umani.
fotografia di “Istanti foto video”
Dalla scatola a sorpresa
vispo scatta fuori Andrea
sul davanti siede Emy
mentre dietro sta Gabriele,
con i visi lor giocondi
stan le feste a riscaldar.
Molti sono convinti di pensare col cervello
ma la materia non produce pensiero.
Tutte le mattine
al sorger del sole
andavo a parlare
alle mie creature.
Arbusti, alberi
bellissimi fiori,
nel grande giardino
affacciato al lago.
Fuori dal confine
c’era una palmetta
che con la sua foglia
faceva un saluto.
Sembrava dicesse:
“voglio anch’io far parte
del tuo bel giardino”,
rispondevo “chissà?”
Un giorno lì avvenne
la frana di un muro.
Per evitar spese
il suo proprietario
di vender decise
quel piccol terreno,
aggiunto fu quindi
alla mia proprietà.
Felice la palma
mi disse “hai visto?”
e con la manina
rifece il saluto.
Con grande vigore
la palma è cresciuta
e vive felice
nel mio bel giardino.
Son goccia cristallina
dal cielo sto cadendo
precipito nel vuoto
che mi succederà ?
Che botta ho provato
nell’urto con la terra
mi sono spezzettata
or mi ricomporrò ?
Son ritornata intera
e con le mie sorelle
sul terreno scivolo
poi dove finirò ?
In fondo ad una valle
mi sono ritrovata
schiacciata fra altre gocce
ma che promiscuità !
Io continuo a scorrere
urtare sulle pietre
e poi sempre più lenta
dov’è serenità !
Nel mare son finita
fluttuando fra le onde
or con l’evaporare
nel ciel ritornerò ?
Questa è la storia vera
dell’acqua, che è la vita
e che alimenta il mondo
ma quanto durerà ?
Ha soltanto sette mesi
questa piccola creatura
tutta avvolta nell’incanto
di un mondo forse arcano.
Nel suo mondo mi trascina,
col sorriso mi cattura,
con carezze mi conquista
la mia dolce nipotina.
Con lei in braccio abbiam ballato
l’altro giorno alcuni walzer,
la sua guancia lei posava
sulla mia con tenerezza.
Dal calore del contatto
una strana sensazione
avvolgeva il mio pensiero
come un fiore nel passato.
Piccole stelle
non risplendono in cielo
ma sopra l’onda
in scintillanti abbagli
della luce solare.
Dormi, dormi, piccola Emy
son qui vicino, canto per te
tutte le stelle sono le note
di questo canto nato così…….
(da ninna nanna per Emy)
Il primo di Ottobre è nata Emy la più bella bambina del mondo…
… ed io sono diventato bisnonno
Estasi
Guardando il volteggiare degli uccelli
mi assale il desiderio di volare,
con grande sforzo dibatto le braccia
ma i piedi non si staccano da terra.
Aumento l’impegno e con gran fatica
imprimo ai miei piedi una forte spinta,
guardo giù e con meraviglia mi accorgo
che non toccano per nulla il terreno.
Mi spingo verso l’alto, son leggero,
mi libro nell’aria con facilità,
volteggio sorvolando campi e prati,
mi rotolo nel cielo con capriole.
Volo in alto fin che tutto mi appare
alla vista minuscolo e lontano,
poi plano lentamente verso il basso
ad osservare tutto da vicino.
Vorrei posarmi sopra un grosso ramo
ma non ho presa, vi passo attraverso,
scendendo a terra vedo una persona,
la guardo negli occhi ma non mi scorge.
Mi sento leggero, con corpo etereo,
mi tocco le braccia non sento il tatto,
mi sento immerso in oasi di quiete,
una gran serenità tutt’intorno.
Camelia sasanqua Showa no sakae
—-
Quante cure, quanto amore,
le carezze sulle foglie,
frasi dolci sussurrate
come aliti di vento.
Quanta luce, quanta acqua,
per raggiungere l’intento,
far sbocciare i tuoi bei fiori
vivi, pieni di fulgore.
Immergendomi nel fiore
ne ammiro lo splendore
nella forma e nel colore,
mentre sazio si alza il cuore.
Rose rosse, rose belle
sia fiorite oppure in boccio
siete come le fanciulle
di rugiada dolce goccio.
Col sorriso sulle labbra
o col pianto intorno agli occhi,
con la foglia liscia e glabra
o velluto sotto ai tocchi,
rifiorite ancor le aiuole
luccicanti sotto il sole.
In questo tempo e quel che fu
portate sempre gioventù.
particolare del dipinto le 3 età della donna di Gustav Klimt
olio su tela 1905
Smunta il presente e diventa passato,
piccola bimba graziosa tu nasci,
dolcezza e beltà natura ti ha dato.
Stagione lasci.
Ragazzina cresci allegra e vivace,
di dolci schiamazzi il mondo ora riempi
poi muta il corpo e diventi procace.
Cambiano i tempi.
Assume il tuo corpo dolci sembianze,
da delicato bocciolo fuoriesci,
nel portamento hai estreme eleganze.
Ancora cresci.
Donna matura di ricca passione
formi famiglia con gran dedizione,
nuove creature dispensa l’unione.
Altra stazione.
Piccole rughe e bianchi capelli
sono i segnali che scorre la vita,
ho raccontato i tuoi aspetti più belli
su cinque dita.
Al mio caro amico Mino
dalla voce chiara e forte,
il discreto mio vicino
a distanza di due porte.
Mi ricordo alcune sere
nei locali col tuo canto
"Era il tempo delle more"
mentre ti ammiravo tanto.
Un saluto per te ancora
bello resta il tuo ricordo,
ti rivedo come allora
una voce al mondo sordo.
Ora mi presento, io sono la poesia
così vorrei fosse la struttura mia.
Un gran bel corpo fa sempre piacere,
eleganti parole debbo avere.
Gran forza e vigore nella struttura,
con la metrica l’osso mio matura.
Qualche rima voglio pure ottenere
e le letture diventan leggere.
Però il cuore non mi deve mancare,
dentro lo voglio sentire pulsare.
Un contenuto profondo e sincero,
il senso compiuto del mio pensiero.
"a Giorgio con stima e amicizia
da Patrizia"
Questa la dedica sul tuo libretto
che con entusiasmo ho letto e riletto.
Quivi schiudi serena la tua mente
limpida come l’acqua di sorgente,
sgorgano gioie e dolori
così come entusiasmi e rancori,
sprazzi di tua vita passata
sconfitta, ma poi… rinata.
Quindi ho guardato il cielo
e senza per nulla stupirmi…
ho visto fra le nuvole a velo
qualcosa dai colori di fuoco…
e non era il sole al tramonto.
11 Aprile 2008
Nello splendore di un’alba dorata
è di tua nascita questa la data,
fra i dolci canti di mille uccellini
come concerto di dolci violini.
Che crescano in te, profondi gli affetti,
che nella gioia il tuo cuor si diletti,
sogni e speranze di tempi migliori,
un arcobaleno pieno di fiori.
Dolce mi è sempre il tuo nome Patrizia
simbolo in me di una forte amicizia.
Con grande gioia, seppur da lontano,
per la tua festa ti porgo la mano.
All’amica Patrizia da Verdefronda (Giorgino)
Mi perdo a volte
nel piccolo giardino,
guardando solo
lo splendore dei fiori
che attorno si ergono.
Scende la luna, le umide fronde
si scuotono all’aria che si diffonde.
Si accendono lenti i primi albori,
brilla la rugiada sui freschi fiori.
Si ode sul fondo un suon di campana,
vago ricordo di vita lontana.
Un groppo mi prende su per la gola,
non credo esista una vita sola.
Sotto l’albero
un cinguettio lontano,
un soffio d’aria.
Come piume scendono
due petali dal ramo.
Su nuda terra
s’adagiano leggeri,
mentre vicino
aleggia una farfalla
che su un bel fior si posa.
Nettare succhia
in solo breve istante.
Volo riprende,
leggera s’allontana
nel terso cielo azzurro.
Or l’orizzonte
di rosso si colora,
tinta di fuoco,
solcata dagli uccelli
che in stormo se ne vanno.
Guardo i colori,
nel calar della sera
tutto scurisce,
ma il vellutato fiore
della bianca camelia
non pensa così,
vuol avere più luce,
esser più bianco
e cattura la luna
per risplendere di più.
Al mattino, guardando le acque del Verbano
Spesso resto a contemplare,
tra bellezze infinite,
il paesaggio che traspare
tra le frasche inumidite.
Frizza l’aria mattutina
e diffonde tutto intorno
l’olezzar dell’erba fina
che annuncia presto il giorno.
Sorge il sole all’orizzonte
che, con lento movimento,
capolin fa dietro il monte
ridestando un dolce vento.
Lo spettacolo continua,
piccolino io mi sento,
un pensiero in me s’insinua:
A natura io non mento.